L’Extraclinica… e’ Clinica.

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Un giorno di qualche anno fa un simpatico commerciale “nordico”, di una azienda del dentale, mi disse “Io, quando vado in uno studio che non conosco, appena entro “capisco” subito, senza neanche averlo visto, chi è il titolare”.

Voleva dire che lo studio odontoiatrico, molto più di altre strutture sanitarie, è lo specchio di chi lo gestisce, di chi dà (o … non dà!) la “direzione”. Il modo in cui sono disposte le sedie, chi e come ci accoglie in Reception, quante ASO ci sono e come indossano i camici da lavoro, quanti anni hanno i riuniti, quante autoclavi ci sono, le facce di pazienti e Dental team, come si aprono o chiudono le porte…. È lui! La porta è lui, la luce è lui, il sorriso delle ASO e la cortesia dei medici è lui, sempre lui e solo lui. E’ sempre lui e solo lui la causa del successo o della crisi del proprio studio.

Ci sono molti motivi, che sarebbe prolisso elencare e spiegare qui, a fondamento di questa affermazione. Molti di questi motivi discendono da studi classici di analisi comportamentale e antropologia filosofica, neuroni a specchio, intelligenza emotiva, fenomenologia. Ci sono poi anche dei motivi per cui questo è così per uno studio odontoiatrico del 2025 ma non per tantissime altre realtà imprenditoriali – sanitarie o no -.

Questa vision però è fondamentale per capire come possono andare meglio le cose, perché vanno male, perché vanno bene, cosa dobbiamo fare se vogliamo cambiarle, cosa succede se non facciamo nulla per cambiarle.

Questo post non è per i “superdotati”: quei dentisti “geniali”, imprenditori e “personaggi”, che hanno fatto la storia dell’odontoiatria in Italia. Mio padre era uno di questi quindi so bene di chi parlo. Uomini assolutamente originali, pericolosi da seguire come modelli in quanto unici, inimitabili e pericolosamente capaci.
Questo post è per i talenti medi. Per quei poveri diavoli che hanno deciso (o la vita ha deciso per loro) di trascorrere le giornate a gestire piccoli o medi Dental Team.

Tra questi continuo a vedere centinaia e centinaia di colleghi in Italia che si arrovellano e incaponiscono, spendono molti soldi in pubblicità, campagne, formazione e consulenza, molti seguendo corsi che alcuni di noi hanno seguito già 7 o 10 anni fa… Su argomenti attuali…allora! Ma non più adesso!

Il titolare di uno studio odontoiatrico, è ormai noto, ha un grosso deficit formativo: non ha mai studiato a livelli scientifici comunicazione e marketing, se va bene ha studiato molta clinica e biologia, ma non analisi comportamentale e gestione delle risorse umane.
Se non ha avuto buoni Maestri da cui “andare a bottega”, fatica a comprendere nozioni di extraclinica che in realtà sono nozioni di clinica! E i giovani Colleghi non li vedo per nulla messi meglio. Anzi.

E le nozioni che servivano nel 2015 sono diverse da quelle che servivano nel 2020 e sono diverse da quelle che servono oggi. La velocità dei cambiamenti è vorticosa e inarrestabile. Ci sono cose che restano sempre fondamentali ed altre che ciclicamente diventano strategiche. La rovina è non spere distinguere e scambiare le une con le altre.

Nel 2025 è qui che si gioca la battaglia. E chi non si è preparato negli ultimi 5 anni spreca tempo su altre cose….Adesso le nozioni da imparare sono nuove!

Ebbene sì, il titolare di uno studio odontoiatrico deve sempre guardare lontano, viaggiare, parlare con colleghi di altre città o nazioni. Deve essere un “visionario”, deve avere tempo – in cima ad una montagna, affacciato al balcone, al bordo di una piscina o del mare o in campagna…. – dedicare tempo a riflettere, insomma deve continuamente “pensare” il suo lavoro (non “al suo lavoro”!) e quello del suo Team (non “a quello del suo Team”!).

Poi deve anche ascoltare e consultare bravi “guru”, consulenti, colleghi più esperti… ma assumerne le nozioni “cum grano salis”. Deve avere quella che Cervantes chiamava la madre di tutte le virtù, quella che, se manca, nessuna delle altre lo è: l’umiltà.

E poi, alla fine, il titolare di studio odontoiatrico, deve scegliere: tagliare, innovare, ricominciare, assumere, comprare, cedere, affrontare, mollare, creare, imparare, deliberare.

Se non ha voglia, o non sa (non vuole o non può) cambiare sé stesso allora ha due possibilità:
a) passare la mano (cedere o operare un sapiente passaggio generazionale), o vendere e realizzare;
b) diventare un Consulente o Collaboratore di uno studio (magari il suo!) Odontoiatrico ben condotto, organizzato e fiorente. Tertium non datur.

Se invece ne ha voglia, caratteristiche, forza ed energie, deve mettersi in ballo, in “mutande”, e cambiare, lavorando di brutto su sé stesso. E questo NON una volta sola, ma costantemente; ogni settimana, ogni mese, ogni anno. E questo non è facile. Meno che mai per il dentista medio che si crede quasi dio in terra ed è più suscettibile di una ballerina suscettibile del cabaret.
Ma se riesce a dominare il suo ego, questo uomo semplice, buon per lui. E per i suoi pazienti. E per il suo Dental Team.

One response to “L’Extraclinica… e’ Clinica.”

  1. E. Bruschi Avatar
    E. Bruschi

    Geniale ! Bravo!

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